Gocce di Spiritualità
💧 GOCCE DI SPIRITUALITA’ 💧
(tempo di lett. 3 min.)
«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio» Is 42, 1
Il testo di Isaia proclamato nella Liturgia odierna, ci proietta
immediatamente all’inizio della settimana santa, nella meditazione del
“Servo di YHWH”, atteso dai giudei quale Messia e identificato dai
cristiani in Gesù Cristo. La lettura cristologica ci consente di
contemplare Cristo quale “servo” ed “eletto” di Dio. Egli ha
innanzitutto un’intima appartenenza a
Dio, sottolineata più volte dall’aggettivo “mio”, che lo qualifica nella
relazione con il Padre. Questa dimensione profonda e vera, illumina
straordinariamente il suo essere servo ed eletto. Quale servo, egli si
pone in una condizione di diaconia al Padre così autentica e fedele, da
farsi «obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8).
Mettersi a servizio di qualcuno richiede una scelta libera e totale:
propria di chi ama! «Il prezzo del vostro riscatto non fu pagato in oro o
argento, siete stati riscattati con il sangue prezioso di Cristo» (1Pt
18-19). Quale eletto, egli riceve dal Padre uno sguardo di predilezione
che lo rende “scelto” per una missione: rivelare al mondo l’amore del
Padre e salvare l’umanità. «Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio
unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui; ha mandato il
suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,
9-10). Essere eletti comporta il ricevere da parte di colui che elegge
fiducia, stima, apprezzamento! Nel grido di Gesù «Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?» (Mt 26, 46), spesso ci ritroviamo anche noi,
specialmente in questi giorni, con la sensazione che Dio sia troppo
esigente, che chieda tanto senza darci ciò che serve. Ma i verbi
contenuti nel versetto di Isaia, ci rassicurano! Il Padre non abbandona
Gesù, né tantomeno noi, nel suo essere servo ed eletto, ma esprime tutta
la sua paternità nel sostenerlo nella prova e nel manifestargli tutto
l’affetto e l’amore possibili compiacendosi di lui. In questi giorni
così particolari, la parola di Dio, ci chiede di rivedere la nostra
adesione di fede, per liberarla da tanti veli di apparenza e
superficialità e condurci a re-incontrare Dio in Gesù Cristo, in modo
più autentico e profondo.
Tracce per la riflessione e la preghiera
personale: meditare sull’essere servo di Gesù e i frutti salvifici
scaturiti dal suo sacrificio; quali condizioni pongo a Dio per mettermi
completamente al suo servizio?; ho sentito il sostegno di Dio e il suo
compiacersi di me?
(don Simone G.)